ROSSANA CARMAGNANI. Nata a Milano nel 1945, docente di storia e filosofia, psicologa (Albo degli Psicologi della Sicilia n°853) e pedagogista, ha compiuto gli studi nella città natale. Già responsabile dell’Ufficio Psicopedagogico del Centro Educativo Ignaziano di Palermo (di cui ha promosso la realizzazione), è riconosciuta come una dei maggiori esperti di pedagogia e didattica ignaziane. Ha svolto per venticinque anni la sua attività di docente, nel corso della quale si è dedicata a studi di metafisica, gnoseologia, antropologia, etica e filosofia politica, pubblicando saggi sul pensiero di Nietzche, Maritain e Sturzo.
Impegnatasi contestualmente in sperimentazioni di psicodidattica e didattica avanzata, si è progressivamente dedicata alla Formazione Permanente di quanti sono impegnati a vario titolo nell’educazione, dapprima nel campo della scuola e successivamente in contesti professionali diversificati non solo in Italia ma anche in Brasile, in Polonia e in Albania.
Attualmente, la sua attività è interamente dedicata alla formazione permanente ed alla professione di psicologo. Collabora con il progetto psico-fitness, modello terapeutico e riabilitativo elaborato nel 2005 che guarda la persona nella sua integralità, favorendone la guarigione attraverso la promozione delle sue attitudini, il cambiamento comportamentale, l’attività sportiva, il contatto con la natura e l’arte, la cura della dimensione spirituale con l’esercizio del perdono, della misericordia, della solidarietà e della condivisione.
Tra le sue pubblicazioni, inerenti l’ambito psicologico e formativo, annovera in collaborazione con M. Danieli, Itinerari di coppia per il terzo millennio (2010), con la collaborazione di altri esperti Dentro la sfida educativa (2013), Leaders nel servizio (2000), e, con autori vari, Divento Donna (1998) e Un paradigma pedagogico didattico per la scuola che cambia, sfida educativa per il terzo millennio (2006). Con Stefano Titta, Discernimento, identità e relazioni umane (2012). Collabora da dieci anni con la rivista Nuova e Nostra, edita a Milano, curando la pagina dello psicologo con articoli su temi di attualità.
Rossana Carmagnani
Quattro passi e un salto nell’ovvietà
Il saggio della psicologa e filosofa Rossana Carmagnani è cambiato in corso d’opera per il sopraggiungere di un “cigno nero” della storia – la pandemia – che ha costretto l’autrice a fare un “salto nell’ovvietà”, oltre ai “quattro passi” già programmati.
Fare “quattro passi e un salto nell’ovvietà” è uscire dallo spazio angusto delle cose non viste, per percorrere il sentiero dei significati, custodendo alcuni pochi frammenti di verità. Per questa ragione il libro non contiene capitoli, ma compie passi: i passi della riflessione sull’esperienza affinché si riempia di valore e sprigioni la capacità di trasformare il presente per costruire il futuro. Il primo passo entra nell’ovvietà del quotidiano: accompagnare il flusso delle cose, lasciare che l’altro viva la sua peculiarità, e saper prendere ogni giorno, quando necessario, posizione, assumendo la responsabilità di agire con decisione e coraggio, non lasciando correre le cose. Il secondo passo affronta la sfida di un’esistenza, salendo in alto per incontrare se stessi, riposandosi per ritrovare l’energia del vivere, lasciandosi avvolgere dalla casa degli affetti per nutrirsi dell’amore e del calore delle presenze. La metafora della torre ci invita a fare i conti con noi stessi, perché la quotidianità è ovvia, ma non è banale. La sfida della misericordia quella rende capaci di abbracciare l’altro come si vorrebbe essere abbracciati. Nell’oggi una laicità misericordiosa ha riconosciuto i diritti dell’amore e dell’impegno reciproco laddove le regole avevano impartito divieti e condanne. L’ovvietà dell’amore e dell’impegno reciproco si pone come eterosessuale, perché è relazione e alleanza con l’altro da vivere nell’unione e non nella clandestinità e nel rifiuto. Il terzo passo procede verso il mistero del dolore e la sua ovvietà. Il dolore fisico, la malattia che cambia la vita, la famiglia nella quale abita la malattia senza esito, sono quell’ovvio del vivere nel quale il carico della problematicità appare insostenibile. Il dolore richiede di essere vissuto senza mai perdere di vista i diritti della persona, né di quella malata né di quella che assiste. Il quarto passo si muove verso l’ovvietà in quanto tale, caleidoscopio di situazioni disparate, L’ovvietà dell’esistenza ci dice che non sempre la relazione paterna è amorevole e provvidente e non sempre la famiglia ha il coraggio di guardare in faccia aspetti difficili della propria realtà. L’ovvietà induce a pensare che ci siano un’età opportuna ed un’età non opportuna per innamorarsi. La problematicità del vivere non pone limiti di età e può cogliere di sorpresa con un innamoramento tardivo. La problematicità dell’ovvio riveste oggi una intensa drammaticità. il salto è reso necessario dall’imprevisto. La coscienza comune sa che esso interrompe la quotidianità e si tende a pensarlo come qualcosa che accade ad altri. La sua problematicità è nella modificazione che produce nella vita del singolo e della collettività. Covid 19 è arrivato così e ha mutato il corso delle cose e dei pensieri.
Info libro
Collana: | Saggistica |
ISBN: | 978-88-99082-79-6 |
Pagine: | 168 |
Formati: | brossura- formato 15 x 21 |
Prezzo: | € 15 euro |