Il libro è formato da quattro racconti, con l’intento di approfondire, in un quadro didattico, la problematica dell’amore in un confronto tra la concezione dell’amore nel mondo antico e l’amore attuale nella società liquida. Il titolo infatti cita un’espressione poetica tratta dalla poetessa Saffo, vissuta tra il 7° e il 6° secolo a.C.
Due racconti ideati dagli allievi (“Una passione sfiorita” e “Una passione virtuale”) presentano storie d’amore intraprese secondo i criteri vigenti nella società solida, ma vissute, nel prosieguo, dai protagonisti con procedimenti di assuefazione e di routine, al punto che l’amore è diventato un obbligo, una catena, e non un inesauribile motore di desiderio e di appagamento perché i suoi protagonisti, in molti anni di vita in comune, non hanno sentito il bisogno di renderlo continuamente vivo, vivace, necessario, insostituibile.
Nel racconto “Una passione in tribunale” i due protagonisti hanno vissuto l’esperienza dell’innamoramento con età diverse ma le loro vite hanno seguito percorsi individuali e, ciò che si è vissuto si smarrisce nel percorso della crescita ed è impossibile, nella maggior parte dei casi, un riconoscimento del passato o un riaccendersi di una passione.
Nel secondo racconto, “Una passione razionale”, la ragione prevale sul sentimento l’affetto sulla passione, e ciascuno dei due protagonisti deve essere pronto ad accettare, pur con qualche delusione, l’unione fortemente voluta all’inizio, ma, con la consapevolezza che l’interezza non si è mai costituita e che spesso si è vissuti, senza rendersene conto, accettando sia il positivo che il negativo.
Il libro, dopo i quattro racconti, si conclude, con un epilogo costituito da un dialogo tra Eros, dio dell’amore e lo scrittore, che è reduce da un grave incidente che gli ha fatto rischiare la vita.